Provare rabbia per una situazione che non puoi controllare né cambiare ha l’unico effetto di danneggiare la tua salute psicofisica
Oltre alla paura e all’ansia, di cui abbiamo già parlato lungamente, un’altra emozione molto diffusa in questo periodo di quarantena è quella della rabbia. Può capitare di sentirci come dei leoni in gabbia, furibondi per non poter uscire di casa, per essere stati privati della libertà, per una situazione che non ci piace e che non abbiamo scelto.
La rabbia è un’emozione umana, naturale, e dunque come tutte le emozioni, in sé, non ha nulla di intrinsecamente negativo. Non va rifiutata, respinta, soppressa, combattuta o repressa. Al contrario, va accettata, accolta, in modo da ascoltare il messaggio che, come tutte le reazioni emotive, porta con sé.
C’è qualcosa che va cambiato
Il messaggio che ci comunica la rabbia, in particolare, è la necessità di cambiare qualcosa. Ciò che desideriamo cambiare può essere qualcosa del nostro comportamento (ad esempio, la nostra reazione ad un’ingiustizia subita) oppure del contesto in cui ci muoviamo (ad esempio, ci possiamo arrabbiare per un partner con cui abbiamo in piedi una relazione tossica, oppure per un posto di lavoro che non ci soddisfa più).
In tutti i casi, la rabbia è quello stato emotivo che maggiormente ci spinge all’azione, che ci incita a muoverci per modificare una situazione che non ci sta bene. Naturalmente l’azione in questione sarà tanto più produttiva quanto riusciremo a rispondere in modo logico e ragionato, invece di limitarci a reagire istintivamente (ad esempio, con un pugno verso la nostra fidanzata o il nostro capoufficio!).
La rabbia che ti fa male
Se ci riferiamo, però, alla rabbia che molti di noi provano nei confronti della pandemia, in questo caso la situazione che vorremmo cambiare, semplicemente, non può essere cambiata. Certamente, possiamo modificare il nostro modo di stare in quarantena, il nostro atteggiamento, la nostra interpretazione del periodo che stiamo vivendo: e ciò potrebbe anche essere sufficiente a placare o addirittura a far sfumare la nostra arrabbiatura.
Ma di certo, per quanto infuriati ci sentiamo, non potremo comunque eliminare il coronavirus dalla faccia della terra. Questo fatto non dipende da noi, sfugge al nostro controllo, e come tutti quelli che appartengono a questa categoria va semplicemente accettato. Che ci piacciano o no, gli eventi esterni accadono, indipendentemente dalla nostra volontà o dalle emozioni che proviamo al riguardo.
Continuare a nutrire una rabbia che dipende dalla mancata accettazione della situazione significa solamente sprecare inutilmente energie psicofisiche. Di più, significa avvelenarci dall’interno: perché questa rabbia che non trova possibile sfogo nell’azione finisce solamente per danneggiare chi la prova. È stato dimostrato che un solo attacco di rabbia genera residui energetici che durano fino a sei ore all’interno del nostro corpo. Ne vale davvero la pena?
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