In questi giorni tutti, chi più chi meno, si trovano a convivere con la paura. Ma possiamo trasformarla in un alleato, invece che un ostacolo
La paura è una compagna che sta diventando familiare, per la maggior parte di noi, in questi giorni di quarantena e di pandemia. Proprio questa circostanza, dunque, può rappresentare l’occasione per conoscere meglio questa emozione, insita a livello primitivo negli esseri umani, per guardarla in faccia, ascoltare che cosa ci vuole comunicare e imparare a gestirla per il meglio.
Innanzitutto: cos’è la paura?
La paura è un’emozione, ovvero uno stato allo stesso tempo mentale e fisico con il quale il nostro corpo e il nostro cervello reagiscono in maniera immediata ed automatica ad uno stimolo, interno o esterno. Nel caso della paura, questo stimolo è un pericolo, che può mettere a rischio l’ambiente che ci circonda o, peggio ancora, noi stessi.
Per almeno diecimila anni, la paura ha permesso all’umanità di sopravvivere. Prendiamo un nostro progenitore dell’Età della pietra: quando si trovava di fronte alla tigre dai denti a sciabola, non aveva tempo di riflettere razionalmente sul da farsi. Doveva essere l’emozione di paura a innescargli immediatamente la reazione: a seconda dei casi di paralizzazione, di fuga o di aggressione.
Meglio reagire o… rispondere?
Oggi, però, questo tipo di reazioni per le quali noi esseri umani siamo programmati neurobiologicamente non sono più così funzionali. Il motivo è che la realtà intorno a noi è cambiata. Oggi a farci paura non sono più gli animali feroci, bensì minacce non necessariamente reali, ma anche emotive (come per esempio quella di essere giudicati, rifiutati, screditati…) oppure ancora le possibili perdite (del comfort, dello status, della sicurezza, dell’autonomia, della salute, di una persona cara).
In questi casi, la reazione inconscia e istintiva, quella che ci porta ad agire senza pensare né riflettere, molto spesso non è quella più utile. Molto meglio è invece ricorrere ad una risposta: ovvero ad un’azione preceduta da un’elaborazione cosciente, basata sulle nostre credenze, sulle nostre scelte e sui nostri valori.
I tre passi per gestire la paura
Per fare questo occorre seguire tre passi. Il primo è quello di ritrovare il proprio centro emotivo. Questo significa non nascondere o scappare dalle proprie emozioni, ma al contrario renderle esplicite, comprendere il messaggio che ci stanno comunicando, qual è il pericolo, vero o percepito, che la paura ci sta indicando. Se anche a te in questo periodo capita di sentirti spaventato, prova a fare questo stesso esercizio. Non allontanarti dalla tua paura, ma stacci dentro, ascoltala, capisci da quale pericolo ti sta mettendo in guardia, quale parte di questo potenziale rischio è sotto il tuo controllo e come potresti gestirlo.
Il secondo passo è quello di agire di conseguenza, affrontando la realtà. L’azione deve avere un suo ritmo e una sua metodologia, seguendo naturalmente un preciso schema di priorità, che deve partire dalla cura di sé e dall’attenzione. In termini pratici, in questo periodo è molto importante innanzitutto non perdere di vista la propria sana alimentazione, il proprio riposo, la propria igiene, e poi focalizzare il pensiero oltre l’ostacolo, per iniziare a progettare un futuro più positivo. Chiediti: quali sono le quattro o cinque azioni che puoi compiere oggi, da subito, per mantenerti attivo e concentrato sui tuoi obiettivi?
Il terzo passo è quello di riequilibrarti, mantenere il tuo centro in mezzo al caos, e dunque essere anche un modello, un punto di riferimento positivo, un leader per la tua famiglia, la tua cerchia di amici, il tuo ambiente di lavoro, la tua comunità.
L’antidoto della fiducia
Per centrarti può essere molto utile ricorrere a quelle risorse interne che ci danno sicurezza, ad esempio le proprie esperienze positive passate, o le capacità che ci hanno aiutato ad affrontare altre situazioni difficili. Ritorna con la memoria ai momenti personali più complessi e dolorosi che hai vissuto e a quelle risorse che ti hanno permesso di superarli con successo. Quali sono? Come potresti rimetterle in atto oggi?
Esiste infatti un potentissimo antidoto alla paura, che si chiama fiducia. Quando siamo convinti di avere capacità sufficienti a poter far fronte una situazione, quella sfida non ci fa più paura, ma al contrario troviamo il coraggio per affrontarla. E questa convinzione parte dal nostro vissuto precedente, ma anche dai valori che consapevolmente ci animano e ci guidano.
Pensate al valore dell’amore, che porta una mamma a dare nuovamente fiducia a suo figlio anche dopo che ha combinato tanti pasticci. O pensate al valore della contribuzione, che in questi giorni sta dando a migliaia di medici in tutta Italia il coraggio di curare i malati di coronavirus e limitare i contagi, a discapito della loro stessa vita. In fondo, si riduce tutto ad una scelta, che possiamo compiere ogni giorno, quando pensiamo al nostro futuro e lo costruiamo: la scelta tra paura e fiducia.
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