La visualizzazione e l’immaginazione sono strumenti fondamentali: prima di raggiungere qualsiasi obiettivo, bisogna viverlo nella mente
Per costruire un qualunque edificio, prima serve un progetto. Se l’edificio in questione è la nostra vita, il progetto si chiama visualizzazione. In pratica è ciò che normalmente chiamiamo “sognare ad occhi aperti”: che potrà anche sembrarvi una sterile perdita di tempo da bambini, ma in realtà è il solido punto di partenza di qualsiasi visionario di successo. Non si può realizzare nella pratica nessuno degli risultati che inseguiamo se prima non lo si è già vissuto, magari numerose volte, nella propria mente. Quando pensi al tuo obiettivo, dunque, chiudi gli occhi per qualche minuto e prova, dentro di te, la stessa emozione che proveresti se lo avessi già raggiunto. Provala nel presente, non proiettarla semplicemente nel futuro, altrimenti anche il tuo obiettivo resterà sempre lì, bloccato in quello stesso futuro. Saranno proprio queste sensazioni, queste passioni, questi desideri a guidarti verso la sua realizzazione.
Si tratta dello stesso allenamento che compiono gli sportivi, quando visualizzano nella propria mente un esercizio fisico prima di eseguirlo nella realtà. E questo allenamento funziona davvero: le ricerche scientifiche, infatti, dimostrano che questa operazione aziona gli stessi muscoli, nello stesso ordine, che si sarebbero attivati svolgendo effettivamente l’esercizio (questa tecnica è chiamata in gergo “visual motor behavior rehearsal”). Ma ciascuno di noi può sperimentarne, molto facilmente, l’efficacia. Prova a fare questo semplice esperimento mentale: chiudi gli occhi e immagina di piazzarti davanti al tuo frigo, aprire la porta, prendere un limone, metterlo sul tagliere, tagliarlo a metà, osservarlo mentre cola il suo succo e a quel punto leccarlo. Ti renderai conto che, così facendo, le tue ghiandole salivari impazziranno. È la dimostrazione che la visualizzazione influenza la nostra fisiologia, tanto quanto il nostro pensiero.
Immagina, puoi
Perciò, quando hai capito qual è l’obiettivo che davvero desideri, prendi l’abitudine ogni giorno di entrare in questo stato di visualizzazione. Compi tutte le operazioni concrete che ti aiutano in tal senso: ad esempio, siediti a un tavolo e scrivilo su un pezzo di carta, o disegnalo, o ritaglia la sua foto e appiccicala su un cartellone da tenere sempre sott’occhio. Mentre fai questo, però, è importante che tu provi già le relative emozioni, che tu ti senta già grato per aver raggiunto quell’obiettivo: così facendo, indurrai il tuo corpo a credere che ha già realizzato il suo desiderio, proprio perché sta già vivendo lo stato di gratitudine, che normalmente è associato alla ricezione o all’ottenimento di qualcosa. Continua a farlo, anche se all’inizio ti sembra stupido, anche se ti sembra di mentire a te stesso, anche se c’è una parte di te che ti ripete che è impossibile. Credici, anche se non vedi risultati immediati, non farti scoraggiare né prendere dalla frustrazione o dalla delusione, altrimenti ricadrai in quella spirale del pensiero negativo che ti impedisce di crescere.
L’immaginazione nasce dalla creatività
Per riuscire bisogna tirare fuori la propria creatività: in fondo, l’operazione di ridisegnare la propria vita non è molto diversa da quella di creare un’opera d’arte. La creatività è una capacità che nel cervello degli esseri umani è molto più sviluppata rispetto a quello degli altri animali: il motivo è che il percorso evolutivo ha portato ad espandere il nostro encefalo e, così facendo, ad allontanare le zone dell’input e dell’output, che invece nelle altre specie sono l’una accanto all’altra, direttamente legate. Questo fa sì che, invece di reagire in modo istantaneo e immediato, noi umani siamo in grado di combinare gli stimoli che riceviamo con le idee preesistenti, creare nuove connessioni neurali, e dunque cercare strade nuove, soluzioni alternative, possibilità diverse da quelle che avevamo sperimentato fino a quel momento.
Purtroppo questa dote si scontra con un’altra caratteristica fondamentale. Il corpo umano è a tutti gli effetti una macchina, il cui carburante si chiama cibo, da cui trae l’energia necessaria per funzionare. Di questa energia il cervello ne consuma una buona parte, fino al 20%: per questo la natura lo ha programmato in modo che agisca efficientemente, così da sprecare meno carburante possibile. Dunque, in automatico, la prima risposta che ci viene in mente è sempre quella più facile, più ovvia, più conosciuta. Ecco, la creatività va coltivata proprio perché ci aiuta ad abbandonare questi percorsi abituali, a scavare più a fondo, a sperimentare e a sperimentarci. Insomma, a immaginare per noi stessi una vita diversa, e migliore.
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