La buona e la cattiva sorte sono solo dei paradigmi mentali, delle convinzioni, degli ordini che impartiamo al nostro cervello
Derren Brown è uno degli illusionisti più famosi d’Inghilterra, la cui caratteristica principale è quella di abbinare ai giochi di prestigio anche una buona dose di mentalismo e di controllo del pensiero. Particolarmente interessante e riuscita è la serie de “Gli esperimenti” che ha trasmesso qualche anno fa sulla Bbc: l’ultimo di questi sosteneva di svelare ai telespettatori “Il segreto della fortuna“.
L’esperimento si svolgeva in questo modo: Brown si recava a Todmorden, un semisconosciuto paese di 15 mila abitanti nel centro esatto della Gran Bretagna, dove sosteneva di aver scoperto, in un parco pubblico, la statua di un cane portafortuna. In breve tempo la notizia si diffondeva tra la popolazione e molti dei residenti decidevano di mettere alla prova i presunti poteri della statua, andando ad accarezzarla e osservando che cosa succedesse nei giorni successivi. Alcuni di loro, effettivamente, raccontavano di aver vissuto dei piccoli o grandi colpi di fortuna.
Il macellaio più sfigato del mondo
Uno in particolare, il macellaio Wayne, affermava però di non aver notato alcun cambiamento positivo nella sua vita per effetto del cane di pietra: anzi, addirittura era aumentata la sua malasorte. A quel punto Derren Brown decise di metterci lo zampino: provò a mandargli un gratta e vinci vincente nella casella della posta, a offrirgli di partecipare ad un quiz a premi facilissimo, addirittura a piazzare una banconota sul marciapiede in cui stava passando. In tutti e tre i casi Wayne semplicemente non si rendeva conto dell’opportunità che si presentava davanti a lui e passava oltre.
Naturalmente la statua non possedeva alcun potere magico: era solo un espediente che serviva a Brown per svelare il vero segreto della fortuna. Quei cittadini che si convincevano realmente che la buona sorte li avrebbe baciati soltanto perché avevano accarezzato un finto cane, finivano per realizzare le loro aspettative. Gli scettici, secondo i quali la loro vita non sarebbe mai potuta migliorare, restavano fermi esattamente allo stesso punto. Il segreto della fortuna è nascosto nel potere delle convinzioni.
La fortuna è solo una convinzione
Pensieri come “sono sfortunato”, “sono un perdente” oppure “la mia vita è uno schifo”, se ce li ripetiamo così tante volte da convincercene davvero, si trasformano in veri e propri paradigmi mentali talmente coerenti, strutturati e organizzati da condizionare il nostro comportamento. Credenze di questo tipo hanno l’effetto di ordini perentori impartiti al nostro sistema nervoso: se siamo sicuri di essere sfortunati, il nostro cervello si adeguerà e risponderà di conseguenza, cosicché eviteremo perfino di approfittare quelle occasioni che potrebbero produrre il risultato opposto. Diventeranno, insomma, delle profezie che si auto-avverano.
Pensateci, la prossima volta che invidierete una persona di successo perché “ha solo avuto fortuna”. Quando osserviamo una vittoria, difficilmente ci rendiamo conto della perseveranza, della motivazione, dell’impegno, della passione, della dedizione che sono servite per raggiungere quel livello d’eccellenza. Ma state pur certi che, per raggiungere i loro obiettivi, quelle persone hanno dovuto lottare per molto tempo; e per farcela hanno prima di tutto dovuto sviluppare una forte convinzione nelle loro capacità di affrontare quella determinata sfida, ovvero (come si definisce in gergo) di una forte autoefficacia. Le persone di successo hanno un elemento in comune: non sono fortunate, sono solo convinte.
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